Un po’ di storia…

La storia di Barumini inizia circa 3.500 anni fa sulla collina dove gli antichi costruirono un nuraghe e un piccolo villaggio di capanne intorno.
Barumini si chiamava così forse già dall’origine, perché la radice bar del toponimo in lingua sarda significa “cavità”, “avvallamento”.

Tracce successive di murature romane nel centro abitato fanno supporre che l’agglomerato fosse una delle tante “ville” di latifondo romano. Dal XI secolo Barumini appartiene al Giudicato di Arborea ai tempi feudali. Testimonianze edilizie nel paese di questo periodo sono le due chiese di San Giovanni (XIII secolo) e di San Nicola (fine del XII secolo).
Nel 1410 Barumini passa al Marchesato di Oristano quando la Sardegna entra in possesso della Corona Spagnola con il re Ferdinando il Cattolico.
Incorporato in seguito nel fisco reale, il feudo fu ceduto a Pietro di Rocalberti. Quest’ultimo, con il consenso di Carlo V, vende la baronia con le ville di Barumini, Lasplassas e Villanovafranca a don Azzor Zapata, preside della Città di Cagliari.
Barumini con l’insediamento dello Zapata diviene capoluogo della baronia. E’ da questa data che prende fisionomia l’abitato e il tessuto urbano della Barumini che oggi conosciamo. Da segnalare nella prima metà dell’Ottocento la costruzione del nuovo Monte Granatico.
Il resto della realtà urbana di Barumini è un intrecciarsi di case rurali di modesta fattura e di edifici dall’impianto architettonico più complesso. Di rilievo sono i numerosi portali ad arco presenti in tutto il territorio, esempio mirabile di uno stile che si è propagato fino ai giorni nostri.

Testo ispirato e tratto da: Giovanni Lilliu, Appunti per una storia del paese di Barumini, Cagliari, 1991.