La Chiesa e il Convento Domenicano di Santa Maria delle Grazie con il “Cenacolo” di Leonardo da Vinci a Milano

“Soleva […] andar la mattina a buon’ora a montar sul ponte, perché il cenacolo è alquanto da terra alto; solve, dico, dal nascente sole sino a l’imbrunita sera non levarsi mai il pennello di mano, ma scordatosi il mangiare e il bere, di continovo dipingere. […] L’ho ancora veduto secondo che il capriccio o ghiribizzo lo toccava, partirsi da mezzo giorno, quando il sole è in lione, da Corte vecchia ove quel stupendo cavallo di terra componeva, e venirsene dritto a le Grazie ed asceso sul ponte pigliar il pennello ed una o due pennellate dar ad una di quelle figure, e di solito partirsi e andar altrove.” (Matteo Bandello, Novella LVIII)

L’invenzione sublime di Leonardo da Vinci nasce dall’utilizzo della luce e dalla nuova prospettiva alle spalle dei commensali. L’apertura di tre finestre, oltre le quali si intravede un paesaggio luminoso, in controluce, illumina gli Apostoli anche da dietro e dai lati. Questa prospettiva del tutto particolare è frutto di una rivoluzionaria commistione tra la prospettiva spaziale fiorentina e quella ottenuta mediante il chiaroscuro.

Iscrizione alla lista del Patrimonio Mondiale:

Parigi, 1-5 settembre 1980

Criteri iscrizione 

(i): il Cenacolo è una realizzazione artistica unica, di un valore eccezionale universale che trascende tutte le contingenze storiche
(ii): il Cenacolo ha esercitato un’influenza considerevole, non soltanto sullo sviluppo di un tema iconografico ma anche sul destino della pittura. Si ricorda, da Heydenreich, il sovradimensionamento delle figure in rapporto allo spazio; si concorderà che si tratti di uno dei primi dipinti classici in cui si fissa un istante preciso e breve, piuttosto che la durata infinita. Al di là del semplice fatto che L’ultima cena è uno dei dipinti più riprodotti o rielaborati, non è esagerato affermare che la sua realizzazione ha aperto una era nuova nella storia dell’arte.

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