Paestum
Paestum fu fondata nel VI secolo dai Greci come centro commerciale marittimo, passò ai Lucani e poi ai Romani. Nell’887 venne distrutta dai Saraceni e cominciò la sua decadenza.
La cinta muraria dell’antica colonia greca, a forma poligonale con quattro grandi porte, avvolge, quasi completamente, Paestum, dove erano presenti un Foro, interi quartieri urbanizzati, edifici religiosi e tre templi.
Il Tempio di Hera, il più antico, è di ordine dorico con diciotto colonne sui lati lunghi e nove su quelli corti, divisa in due navate da una fila di colonne.
Risale al 510 a.C. il Tempio di Cerere, in realtà dedicato ad Atena, costituito da tredici colonne sui lati lunghi e sei su quelli corti, con un ampio portico antistante.
Il Tempio di Nettuno, il più grande dei tre, si fa risalire al 450 a.C. e costituisce uno dei più splendidi esempi di architettura dorica templare, a sedici colonne sui lati lunghi e sei su quelli corti, con una cella racchiusa tra due portici e divisa in tre navate da due file di colonne
Velia
Velia è il nome che i romani diedero alla colonia greca di Elea. L’area in cui sorse la città è caratterizzata da un promontorio che in antico si protendeva sul mare, dove sono state individuate le prime tracce dell’età del bronzo. Pochi decenni dopo la fondazione, la città ebbe tra i suoi cittadini più illustri i filosofi Parmenide e Zenone, cui si attribuisce la costituzione di una scuola di pensiero per lo sviluppo delle scienze mediche e matematiche.
Come Paestum, fu alleata di Roma, cui fornì navi nelle guerre contro Annibale. Le iscrizioni di età romana testimoniano che in quest’epoca la lingua usata prevalentemente era ancora quella greca.
Un duro colpo all’economia della città venne dall’insabbiamento dei due porti della città: venendo meno le attività marinare su cui si era basata l’economia di Velia. Nel Medioevo la popolazione abbandonò la parte bassa della città, arroccandosi sul promontorio dell’Acropoli.