Nel 1463 i frati dell’Ordine Domenicano incaricarono Guiniforte Solari di costruire una Chiesa con annesso convento. L’intero complesso monastico fu ampliato da Donato Bramante di Urbino che studiò la disposizione delle finestre del Refettorio per ottimizzare la luce in vista della realizzazione dell’affresco del “Cenacolo”, capolavoro di Leonardo da Vinci. Si tratta di un dipinto parietale ad olio su intonaco (460×880 cm) datato 1494-1498 e conservato nell’ex Convento di Santa Maria delle Grazie a Milano.
E’ la più famosa rappresentazione dell’Ultima Cena, nome con il quale nella religione cristiana si indica la Cena di Gesù con gli Apostoli durante la Pasqua ebraica, precedente la sua morte. L’invenzione del pittore nasce dall’utilizzo della luce e dal forte indirizzo prospettico. Alle spalle dei commensali si aprono tre finestre, oltre le quali si intravede un paesaggio, da cui proviene un’atmosfera luminosa che nella controluce illumina i protagonisti anche ai lati, conferendo all’insieme una prospettiva del tutto particolare. L’opera, a causa della singolare tecnica utilizzata da Leonardo, incompatibile con l’umidità dell’ambiente, è stata oggetto di una rigorosa conservazione, venendo migliorata notevolmente nel corso di uno dei più lunghi e capillari restauri della storia, durato dal 1978 al 1999 con le tecniche più all’avanguardia del settore.
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