Palermo deve il suo nome al mondo arabo, infatti il nome Panormus, dal greco tutto porto, che la città portava sin da tempi antichi, venne storpiato nella parlata araba in Balarmuh.
I Musulmani conquistarono la Sicilia sottraendola al dominio del loro grande rivale dell’epoca: l’impero di Bisanzio. Lontana dalla capitale Costantinopoli, l’isola mediterranea era una provincia sfruttata, come nei tempi romani, dal sistema latifondista e dalla monocoltura del grano. Nel nono secolo la tendenza autonomista dell’ultimo governatore bizantino della Sicilia provocò e facilitò l’invasione musulmana.
La conquista dell’isola venne attuata tra il 827 e il 965; furono proprio i governatori musulmani a spostare la capitale della Sicilia a Palermo e dotarla di tutte le strutture burocratiche e di servizio che spettavano ad una capitale. Nel periodo musulmano Palermo divenne una città importante nei commerci e nella cultura, dove i musulmani convivevano in prosperità e tolleranza con i cristiani e gli ebrei. Nel 1060 i normanni lanciano una crociata contro il regno musulmano della Sicilia che terminerà nel 1091 con la conquista di tutta l’isola. I Normanni ripristinarono il culto cristiano ma raccolsero l’eredità culturale araba, greca e romana, realizzando un regno caratterizzato dalla convivenza di varie etnie e diverse fedi religiose, una specie di stato federale con un primo parlamento, creato nel 1129, e l’organizzazione del catasto secondo una moderna concezione. La miscela risultante di cultura normanna e araba ha promosso uno stile ibrido unico di architettura che può essere visto per esempio nella cappella palatina, nella chiesa degli Eremiti di San Giovanni.