La Murgia Materana è un altopiano calcareo lievemente ondulato, brullo, ricoperto a tratti da macchie di bosco ceduo, che presenta all’improvviso una spettacolare anomalia, un profondissimo canyon (70-80 metri), percorso da un torrente, la Gravina di Matera.
Le pareti di questo burrone ospitano, da alcuni millenni, varie forme di civilizzazione.
Un intricato sistema urbano in cui il costruito si sovrappone allo scavato e alle cavità naturali, le strade fanno da copertura delle dimore sottostanti, la raccolta delle acque si perfeziona in un raffinato disegno di canalizzazioni e cisterne, il sistema sociale della civiltà contadina trova nel vicinato l’emblema della solidarietà su cui si basa.
Tutto questo sono i Sassi di Matera, la parte più antica della città: uno straordinario insediamento urbano, risultato della lenta antropizzazione di un aspro comprensorio secondo le regole della civiltà rupestre. Nascono e si sviluppano il Sasso Barisano e il Sasso Caveoso il cui complesso è rimasto sostanzialmente invariato sino ad oggi. Un labirinto di cunicoli, passaggi, mura, tetti, grotte, luoghi di culto ed edifici vari dona all’insieme una magia le cui suggestioni riportano indietro di migliaia di anni.
Tra il XIX ed il XX secolo per i Rioni Sassi si consuma una stagione di progressivo degrado urbanistico per le impossibili condizioni di vita determinatesi nell’ultimo secolo.
La riconquista della città antica è stato l’obiettivo principale dell’operazione di recupero dei Rioni Sassi avviata tra gli anni ’60 e ’70 con particolare attenzione al patrimonio urbanistico antico.
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