Da qualunque luogo si arrivi, San Gimignano svetta sulla collina con le sue 13 torri. Si dice che nel Medioevo ve ne fossero settantadue, pari ai nuclei delle famiglie benestanti, le uniche che potevano mostrare il proprio potere economico attraverso l’edificazione di una torre, il massimo simbolo di potenza.
L’abitazione non si estendeva per tutta l’altezza della torre. Al piano terreno erano le botteghe, al primo piano le camere e, più in alto, la cucina.
Durante il millecento le trasformazioni che interessano l’edilizia sono finalizzate ad un miglioramento della vita quotidiana. La necessità di maggiori spazi interni e di aperture più numerose, induce a nuovi modelli costruttivi che investono soprattutto le torri.
Dalla fine del 1100, oltre alle torri si costruiscono anche edifici di minor altezza, già definibili palazzi. Dalla metà dello stesso secolo compare l’uso del mattone con il quale si cominciano a costruire interi edifici o vaste porzioni di fabbricati.
È a partire dalla metà del secolo che i maggiori centri come Firenze, Pisa, Lucca o Siena definiscono alcuni caratteri architettonici peculiari e diversi per ogni città. Questo non succede a San Gimignano dove si fondono gli stili delle diverse città con cui il comune viene in contatto. Si genera così un’architettura che, proprio per questa compenetrazione, risulta oltremodo originale.
Galleria Fotografica
{gallery}sgiminiano_gallery{/gallery}